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Economia Circolare e Materie Prime, riciclarle in Italia è fondamentale per la sicurezza delle nostre imprese

Erion presenta un Piano da 100 milioni di euro per sviluppare su tutto il territorio nazionale infrastrutture di raccolta, Re-Man e trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche a fine vita. Intervista a Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organization

La ripartenza economica iniziata con l’allentarsi dell’emergenza pandemica ha accelerato la domanda globale e il prezzo delle materie prime necessarie alla produzione della maggior parte dei beni di consumo. Da quello dell’acciaio a quello del grano, “i prezzi delle materie prime utilizzate per produrre quasi tutto sono alle stelle e la traiettoria verso l’alto sembra destinata a continuare mentre l’economia mondiale riprenderà vita”, riportava lo scorso maggio un articolo pubblicato da Bloomberg.

In Italia, dove il comparto industriale è fortemente dipendente dalle importazioni di commodities dall’estero, sono sempre di più le imprese (soprattutto piccole e medie) che iniziano a lamentare crescenti difficoltà di approvvigionamento e temere ripercussioni negative sui ritmi di produzione e sui livelli occupazionali. È un contesto che rende le materie prime sempre più strategiche: garantirne la reperibilità al nostro settore produttivo diventa quindi una questione di sicurezza nazionale, che Erion interpreta come una sfida da affrontare in chiave di sostenibilità ambientale e sviluppo dell’economia circolare.

Il momento per cambiare marcia non potrebbe essere più propizio, grazie allo stanziamento dei fondi da 68,6 miliardi di euro destinati alla Missione 2 del PNRR (“Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”). La proposta di Erion è duplice: un “Libro bianco sui RAEE” ossia una raccolta di istanze  formulate insieme a diversi stakeholders rappresentativi dei differenti segmenti della filiera – e un Piano di proposte per l’utilizzo di parte dei fondi del PNRR (100 milioni di euro) per la creazione di infrastrutture innovative che permettano all’Italia di fare un salto di qualità nei settori della preparazione al riutilizzo e in quello del riciclo di quei rifiuti che hanno un grande valore intrinseco come i RAEE. Il target è stabilire attraverso la corretta gestione dei rifiuti una “sovranità mineraria” che tuteli la produttività delle nostre aziende dalle logiche geopolitiche sulla fluttuazione dei prezzi delle materie prime. Ce ne parla il Direttore Generale di Erion, Danilo Bonato.

L’impennata dei prezzi delle materie prime è dovuta alla ripartenza economica trainata da Cina e Usa. Guardando il quadro più da lontano sembrerebbe l’ennesima e definitiva dimostrazione del fallimento del modello economico lineare: manca ciò che non si riesce a riciclare. Anche durante il G20 di Napoli su Ambiente, Clima ed Energia si è parlato di attuare “Sforzi congiunti per un utilizzo sostenibile e circolare delle risorse”.

Ormai non è più una questione di “contenuti”, perché tutti hanno chiaro cosa occorrerebbe fare. Il vero problema sta nel “metodo”, nel come fare accadere le cose. Disaccoppiare la crescita economica dal consumo delle risorse è molto complesso e richiede competenza, determinazione, senso dell’urgenza.

In occasione della pubblicazione del suo primo Bilancio di Sostenibilità, Erion ha presentato un Libro Bianco sui RAEE: 64 proposte provenienti da tanti stakeholder per il miglioramento settore. Che cosa significherebbe attuare una riforma del genere per il Sistema Italia?

Si tratterebbe di un importante tassello per accelerare la trasformazione del nostro modello economico verso un approccio circolare all’uso delle risorse. Il fatto che oggi circa il 60% in peso dei RAEE sfugga ad un riciclo ambientalmente sostenibile e di qualità in termini di recupero di materia è davvero un peccato, perché ci fa sprecare migliaia di tonnellate di materie prime critiche.

Per l’approvvigionamento “sicuro e competitivo” dei materiali strategici, Erion ha anche ideato un Piano da 100 milioni di euro che punta al miglioramento della raccolta RAEE, allo sviluppo del mercato del remanufacturing e al trattamento “in casa” di materie prime critiche. Partiamo dal primo step: istituire 1.000 eco-point RAEE su tutto il territorio nazionale. Quali sono i benefici previsti?

 Tutto inizia con la raccolta. Raccogliere di più vuol dire riciclare più prodotti a fine vita, ma occorre investire nei servizi ai cittadini. Consegnare al sistema virtuoso e legale di gestione dei RAEE un vecchio apparecchio elettronico deve essere semplice, facile e interessante. L’idea degli eco-point risponde a questo obiettivo.

Il mercato del Re-Man legato al settore elettronica vale 5 miliardi di euro a livello europeo, ma meno di 200 milioni di euro in Italia. Il Piano presentato da Erion prospetta non solo una crescita economica del settore, ma anche una rete di cento centri specializzati che a regime potrebbero garantire il riutilizzo di 900mila apparecchi elettronici all’anno. Quali sarebbero i benefici per l’ambiente e per le risorse?

Ri-produrre Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche partendo dai rifiuti invece che fabbricarne di nuove avrebbe enormi benefici per il nostro Paese. Da un lato crollerebbe il consumo di energia e di materia (fino all’80%), dall’altro genererebbe occupazione qualificata in processi industriali innovativi e labour-intensive. Servono però norme certe e garanzie efficaci per i costruttori e per i consumatori.

L’ultima proposta è quella di costruire in Italia cinque impianti di metallurgia leggera (50 milioni di euro l’investimento) per trattare in casa rifiuti da cui estrarre materie prime critiche necessarie alle aziende tecnologiche. Una miniera grezza che attualmente vendiamo all’estero per il trattamento e che siamo costretti a riacquistare dopo.

È un peccato che una potenza manifatturiera come l’Italia sia costretta a cedere all’estero schede elettroniche e hard disk per far recuperare ad altri i metalli preziosi e le terre rare in essi contenute. La nostra visione è che questi processi industriali dovrebbero essere sviluppati qui da noi, scegliendo tecnologie a basso impatto ambientale, creando nuovi posti di lavoro green e valorizzando le competenze di un centro di eccellenza europeo come quello di ENEA. Il PNRR rappresenta un’opportunità più unica che rara di compiere questo salto di qualità.