Cosa sono le Materie Prime Critiche, quanto sono importanti per le nostre aziende, come cambierà l’approccio europeo per garantire ai Paesi Membri il loro approvvigionamento? A questa e ad altre domande il 13 giugno Erion ha dedicato il workshop “Condivisione e analisi dei principali contenuti del Regolamento Materie Prime Critiche 2024/1252” tenuto dal Direttore Generale di ECO, Danilo Bonato, con la collaborazione di Fabrizia Gasperini, Manager Producer Services.
Materie Prime Critiche: bisogna diminuire la dipendenza da Paesi extra-europei
L’incontro, che ha riunito le persone di Erion e alcuni Produttori del Sistema multi-consortile, ha dato l’occasione per fare un focus sulle CRM, partendo dalle principali sfide per l’Italia e l’Europa, tra le quali figurano la dipendenza eccessiva dalle importazioni di CRM da Paesi extra-europei e i rischi di approvvigionamento competitivo e sicuro per le nostre industrie strategiche. Una situazione che “impone un’azione a livello europeo dal momento che gli stati membri da soli non sarebbero in grado di conseguire gli obiettivi di approvvigionamento” ha spiegato Bonato che è anche membro del tavolo tecnico “Materie Prime Critiche” (Crm) istituito dal Mise, ministero dello Sviluppo economico, e dal Mite, ministero della Transizione ecologica.
La centralità delle Materie Prime Strategiche
Bonato ha ripercorso i passaggi più importanti del nuovo Regolamento europeo che ha come obiettivo principale quello di migliorare il funzionamento del mercato interno istituendo un quadro comune per un approvvigionamento sicuro, resiliente e sostenibile delle CRM, e favorendo efficienza e circolarità lungo la catena del valore. Il DG ha dedicato anche uno spazio alle Materie Prime Strategiche (SRM) ovvero quella parte delle CRM caratterizzate, tra l’altro, da un’importanza strategica per la transizione verde e digitale e da una domanda in continua crescita. Il piano europeo prevede un rafforzamento della catena del valore SRM per garantire che, entro 2030, le capacità dell’Ue per ciascuna materia strategica aumentino in modo significativo. A partire dalla capacità estrattiva di minerali di interesse economico che dovrà coprire almeno il 10% del consumo annuo di SRM dell’Unione. C’è poi la capacità di trasformazione dell’Ue tale da consentire la copertura di almeno il 40% del consumo annuo di SRM dell’Unione. Infine, la capacità di riciclaggio che dovrà essere di almeno il 25% del consumo annuo di SRM dell’Unione e tale da riciclare una quantità crescente di ciascuna SRM presente nei rifiuti.
La sfida sui Magneti permanenti
Uno dei focus di giornata è stato quello sui magneti permanenti (MP) elementi ricchi di CRM come neodimio, praseodimio, disprosio, terbio, boro, samario, nichel, cobalto, che l’Europa riesce a riciclare solo su piccola scala o nell’ambito di progetti di ricerca. Per migliorare l’efficacia della riciclabilità dei MP l’Ue sta lavorando per aumentare la quantità di informazioni che accompagnano i prodotti contenenti magneti permanenti: quantità, tipo e la composizione chimica, collocazione, rivestimento, colle e additivi utilizzati, informazioni su come rimuovere in modo sicuro i MP. A tal fine, il Regolamento 2024/1252 stabilisce (art. 38) che entro la fine del 2026 venga adottato un atto di esecuzione per definire l’etichettatura di prodotti contenenti MP come dispositivi per la risonanza magnetica, aspirapolveri e lavatrici automatiche. Gradualmente saranno previste misure come l’introduzione di un passaporto del prodotto e l’accessibilità delle informazioni ai riparatori, riciclatori, alle autorità di vigilanza e doganali. La road map prevista dal Legislatore europeo porterà entro la fine del 2031 all’adozione di atti in cui verranno stabilite quote minime per il neodimio, il disprosio, il praseodimio, il terbio, il boro, il samario, il nichel e il cobalto recuperati dai rifiuti post-consumo, che dovranno essere presenti nel magnete permanente incorporato nei prodotti.