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I volti di “Materia Viva” – Danilo Bonato

Intervista al Direttore Generale di Erion Compliance Organization sul Docufilm prodotto da Erion WEEE in collaborazione con Libero Produzioni che verrà presentato il prossimo 10 maggio a Roma

Danilo Bonato, laureato in Ingegneria gestionale e MBA presso la San Diego State University, è un professionista del settore ambientale dal 2005: dallo start-up di Remedia, Sistema Collettivo senza fini di lucro per la gestione dei RAEE e dei RPA, fino alla fusione con Ecodom che, nel 2020, ha dato vita a Erion Compliance Organization, di cui Bonato è Direttore Generale. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di libri sullo sviluppo sostenibile, è anche docente in corsi universitari di Scienza della Sostenibilità ed Economia Circolare, e membro del tavolo di lavoro europeo di alto livello sulle Materie Prime Critiche. Lo ritroviamo come uno dei volti “tecnici” di “Materia Viva”, il docufilm promosso da Erion WEEE in collaborazione con Libero Produzioni, per sensibilizzare i cittadini italiani sui temi della sostenibilità, dell’economia circolare e dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE).

Nel Docufilm spieghi l’importanza del corretto riciclo dei rifiuti elettronici per sopperire alla sempre più grave carenza di Materie Prime Critiche, fondamentali per la produzione in diversi comparti industriali. Nel 2011, la Commissione Europea ne identificava 14, mentre oggi sono arrivate a più di 30. Il settore dei RAEE può rappresentare un aiuto in tal senso.
I prodotti elettrici ed elettronici che utilizziamo quotidianamente hanno prestazioni avanzatissime, rese possibili dall’impiego di Materie Prime Critiche quali il neodimio, il disprosio, il cobalto, il terbio e l’europio. Alcuni dispositivi contengono oltre venti tipologie di materiali inseriti nell’elenco delle Critical Raw Materials stilato dalla Commissione Europea. Se pensiamo che sia importante ridurre la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di materiali critici da Paesi extraeuropei, rendendo più sicuro, sostenibile e competitivo il loro approvvigionamento, allora non ci resta che investire sul riciclo, in particolare quello dei RAEE, così come ricorda anche lo Studio “Gli scenari evolutivi delle materie prime critiche e il riciclo dei prodotti tecnologici come leva strategica per ridurre i rischi di approvvigionamento per l’Italia”, realizzato per Erion da The European House – Ambrosetti.

L’Unione Europea è al lavoro sul Critical Raw Materials Act, come esperto del settore vuoi anticiparci qualcosa sui maggiori punti di forza di questo disegno di legge?
Si tratta di un importante “salto di qualità” nel tentativo di passare dalle parole ai fatti. Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi, ma per ora possiamo accogliere con favore la prospettiva di un impegno a ricavare almeno il 10% del fabbisogno europeo di Materie Prime Critiche dal nostro continente e, soprattutto, di generarne almeno il 15% dai processi di riciclo. Mettere un tetto del 65% dei consumi annuali di un singolo materiale critico proveniente da un’unica nazione, può ridurre i rischi di natura geopolitica, differenziando l’accesso ai mercati internazionali. Sono interessanti anche le proposte per ridurre la burocrazia, semplificando i provvedimenti autorizzativi e l’impegno a supportare finanziariamente i progetti strategici.

Operi nella filiera dei RAEE da quando è nata, contribuendo al suo sviluppo. Quali sono stati, secondo te, i passi più importanti fatti in più di 15 anni e quali gli ostacoli che ancora ci separano dal raggiungimento dei target di raccolta europei?
Difficile riassumere in pochi concetti 15 anni di storia di un settore industriale. Credo che un punto di forza sviluppato in questo arco di tempo sia stata la capacità di progettare un sistema multi-consortile solido e autorevole, aperto alla concorrenza, ma allo stesso tempo regolato da un meccanismo equilibratore rappresentato dal Centro di Coordinamento RAEE. Altro aspetto importante è stata la visione industriale che abbiamo voluto dare alla filiera, organizzandola su criteri moderni e orientandola all’efficienza. Questo approccio ha consentito a molti operatori del trattamento di investire, crescere e migliorare le proprie tecnologie di riciclo. Per quanto riguarda gli ostacoli da superare, occorre assicurare che i RAEE siano indirizzati al sistema consortile dei Produttori che ne garantisce una gestione ottimale, sia in termini ambientali che di valorizzazione delle materie prime, mentre troppo spesso questi rifiuti sfuggono verso canali non qualificati e, a volte, illegali.

“Materia Viva” ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, sarà trasmesso dalla RAI durante una prima serata e sarà proiettato in diverse scuole italiane per sensibilizzazione le giovani generazioni su temi come l’Economia Circolare, il rapporto con la natura e quello con la tecnologia. Ti viene in mente un altro motivo valido per consigliare quest’opera?
Vorrei che chi avrà l’opportunità di vedere “Materia Viva” fosse colpito dal fatto che la domanda globale di materie prime è destinata a raddoppiare da qui al 2060 se non modificheremo radicalmente il nostro sistema economico e dei consumi. Credo sia evidente come questo scenario sia del tutto insostenibile. Ecco perché è essenziale riuscire a disaccoppiare la crescita economica, misurata con il PIL, dall’utilizzo delle materie prime. Come? Spingendo a tutta forza sull’economia circolare.