“Né i singoli provvedimenti, né un migliore ministro dell’Ambiente, né una valutazione d’impatto più accurata, né norme più severe su imballaggi o limiti di velocità, per quanto necessarie o sacrosante siano, potranno davvero causare la correzione di rotta, ma solo una decisa rifondazione culturale e sociale di ciò che in una società e in una comunità si consideri desiderabile”. Raffaele Lupoli, Direttore editoriale di EconomiaCircolare.com, sceglie questa citazione di Alexander Langer, padre dell’ambientalismo italiano, per aprire il Circular Talk che, martedì 30 maggio, il magazine online ha dedicato a “Materia Viva”, il Docufilm promosso da Erion WEEE e Libero Produzioni per sensibilizzare i cittadini italiani sui temi della sostenibilità ambientale, dell’economia circolare e dei RAEE.
Il nuovo linguaggio di “Materia Viva”
Rendere desiderabili le azioni virtuose nei confronti del Paese, e del Pianeta, è proprio una delle chiavi narrative di “Materia Viva” che ha indagato il rapporto tra l’uomo, la tecnologia e la natura attraverso tanti volti del mondo dell’arte, dello sport e dello spettacolo, con l’obiettivo di avvicinare le persone ai comportamenti corretti da attuare con i propri rifiuti elettronici. “Il Docufilm è il tentativo ambizioso di raccontare con un linguaggio più semplice, e in un modo più dinamico e accessibile, che cos’è l’economia circolare, perché non possiamo più fare a meno di adottare un modello più sostenibile e qual è il contributo che ciascuno di noi può dare alla filiera”, ha detto Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE. “I feedback di chi ha visto il Docufilm in anteprima sono stati positivi e posso dire che siamo davvero orgogliosi di avere messo in piedi questo progetto per spiegare ai cittadini italiani quello che ognuno di noi può fare, nel suo quotidiano, per favorire la transizione ecologica”.
Il focus sulle Materie Prime Critiche
Abitudini che diventano vere e proprie sfide in una congiuntura storica ed economica delicata come quella attuale e nella quale sta diventando sempre più centrale il tema delle Materie Prime Critiche. Ne ha parlato Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organization e componente del Comitato di alto livello dell’European innovation partnership on raw materials: “La Commissione europea censisce attualmente 34 Materie Prime Critiche, elementi considerati tali in virtù di due criteri: la rilevanza per la produzione europea e il rischio di approvvigionamento. L’obiettivo è di garantire alla nostra Industria un accesso equo, sostenibile e competitivo a queste materie. La strada che ci interessa di più per riuscirci è quella di estrarre tali elementi dai nostri rifiuti attraverso i processi di riciclo, riducendo così la nostra dipendenza da Paesi come la Cina e alcuni Stati africani. In Italia siamo nativamente orientati a un uso circolare delle risorse e, quindi, abbiamo la possibilità di mettere in campo delle eccellenze nazionali sfruttando anche un’Industria molto attenta ai temi della qualità ecologica delle produzioni che portiamo in giro per il mondo. Gli ingredienti ci sono, ora dobbiamo capire come accelerare questo processo”.
Un Docufilm che pone tante domande
Marco Falorni, uno degli autori di “Materia Viva”, ha spiegato le scelte narrative del Docufilm e lo spirito con cui la squadra di Libero Produzioni si è cimentata in questo lavoro. “Abbiamo lavorato facendoci tante domande per raccontare questi temi in modo diverso e per cercare di arrivare al grande pubblico. Da qui la scelta di un cast variegato che riuscisse a far presa su più generazioni. A noi interessava trovare un filo rosso che unisse tutti i personaggi e le loro storie. Così abbiamo, per esempio, Carlo Conti, che ripercorre la veloce evoluzione delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche negli ultimi anni; Francesca Fialdini, che pone, orizzontalmente, tutti gli interrogativi che noi cittadini dovremmo farci; Irene Grandi, la rock star che ha mollato la città per andare a vivere nei boschi per potersi avvicinare alla cultura della circolarità. Abbiamo posto domande a tutti e loro ci hanno riposto con grande onestà”.
La versione dei Talent
Al Circular Talk hanno partecipato anche tre dei più apprezzati talent del Docufilm. Emilio Cozzi, Giornalista e divulgatore scientifico, ha ricordato: “Lo spazio ci mette in guardia, ma ci dà anche delle lezioni. Oggi sulla stazione spaziale internazionale abbiamo un’economia quasi del tutto circolare. Nello spazio l’acqua e i fluidi in generale, hanno un ciclo di riutilizzo che è quasi del cento per cento. Ritornando sulla Terra, dovremmo ricordarci di lezioni come questa. Non si parla di privarci di qualcosa, ma di essere consapevoli di quanto, per esempio, il riciclo dei RAEE rappresenti uno scrigno di risorse fondamentali. Sono materie che abbiamo già e che possiamo riutilizzare senza impattare sulle risorse del Pianeta”.
Mattia Teruzzi, scienziato dell’ambiente e divulgatore, ha evidenziato il valore culturale del Docufilm, attraverso il Principio delle proprietà emergenti. “È una sacra legge dell’ecologia che stabilisce, per esempio, come la mano sia molto di più dell’insieme di tutte le sue dita. Questo è quello che ha fatto “Materia Viva”: unire tanti professionisti di settori diversi in un Docufilm, per arrivare a un livello molto più alto di quelle che, singolarmente prese, sono le attività di ognuno di noi. Credo che questo sia un innesco per un futuro molto più consapevole”.
Infine, Marica Di Pierri, Attivista e Direttrice Responsabile di EC.com, ha ripercorso i diversi modi di raccontare l’emergenza ambientale e la necessità di cambiare il modo di produrre e consumare, evidenziando la forza di “Materia Viva”. “È un lavoro che ha diversi pregi: il primo è quello di aver provato a mettere insieme sensibilità diverse per fare in modo che il messaggio esca dalla nicchia di un pubblico già sensibile e interessato a queste tematiche. Il secondo elemento riguarda i canali di distribuzione, che andranno dalla tv pubblica fino alle scuole. Il terzo elemento è quello di unire la divulgazione all’educazione ambientale. La chiave per vincere questa sfida sia l’alleanza tra mondi diversi: l’attivismo, l’informazione, l’Accademia, le imprese e le istituzioni. C’è bisogno di unirsi per arrivare a quella desiderabilità sociale che, molto spesso, è messa a dura prova dal modo in cui vengono raccontate le tematiche ambientali”.